Intervista di Silvia Resta, giornalista televisiva, a Leandro Mallamaci, pediatra in Genova.
A causa della pandemia di covid-19, il mondo intero sta affrontando a livello sanitario e socioeconomico, una crisi globale senza precedenti. Allo stato attuale i bambini pur sembrando meno vulnerabili all’infezione rispetto agli adulti, pagano pesantemente a livello psicologico l’esperienza del lockdown e del distanziamento sociale,con una sintomatologia ansioso depressiva.
- Come spiegare il perché delle regole a un bambino?
Seguire delle regole è fondamentale per la salute dei bambini, soprattutto ora che sono riprese le attività didattiche e ricreative. Spiegare come attenersi alle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie locali non è dissimile da far seguire ai propri figli le regole basilari della vita quotidiana. L’importanza delle regole nell’educazione dei bambini è spesso sottovaluta, però le regole sono fondamentali, per crescere individui sicuri e consapevoli delle proprie capacità. Seguendo lere le, i bambini iniziano un processo di autoregolazione indispensabile per uno sviluppo psicofisico sano ed armonioso. Avere dei limiti aiuta i bambini ad allenare la negoziazione, la capacità di attendere e rinunciare. I ragazzi grazie alle regole capiscono che non possono avere e fare tutto quello che vogliono, sperimentano la frustrazione, la rabbia, la tristezza, sentimenti che si possono imparare a gestire. Molti genitori hanno difficoltà a trovare un giusto equilibrio tra le loro abitudini di vita e l’educazione dei propri figli. La giovane età, gli impegni di lavoro, la vita frenetica riduce il tempo da dedicare ai bambini e i genitori faticano non poco a dettare regole chiare e adeguate all’età dei propri figli. Per questo molti bambini sono viziati, capricciosi, disubbidienti e soprattutto quelli più piccoli, disorientati perché privi di regole, non sono in grado di decidere da soli. Di fronte alle difficoltà di gestione dell’educazioni dei figli, molti genitori preferiscono “lasciar correre” se il comportamento dei figli non è quello voluto, si sentono in colpa per il poco tempo a loro dedicato e vogliono evitare le frustrazioni delle negazioni. Si instaura così un circolo vizioso e si diventa genitori iperprotettivi. La misura della mancanza di regole è inversamente proporzionale con il numero dei giocattoli che il bambino possiede, un filosofo contemporaneo ha definito ogni giocattolo regalato in più come una conversazione in meno scambiata con il proprio figlio.
Nell’emergenza COVID 19 le regole da osservare per fortuna sono poche e semplici, ma fondamentali: lavarsi spesso le mani, mantenere il distanziamento e indossare la mascherina. Nell’approccio alla spiegazione delle regole di prevenzione per il C-19, occorre procedere a piccoli passi per evitare frustrazioni e ribellioni da parte del bambino, bisogna cercare una condivisione di intenti e non un consenso forzato. Si deve spiegare chiaramente e possibilmente in modo conciso cosa si pretende: i bambini e i ragazzi, riescono quasi sempre a comprendere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, soprattutto se si tratta della loro salute e di quella dei propri cari. Basta rispettare noi stessi le regole proposte ai figli (indossare la mascherina, lavarsi le mani, mantenere il distanziamento) e si diventa dei modelli credibili per loro che ci osservano.
I genitori hanno il dovere di preparano i bambini a vivere nel mondo reale. Saper cosa fare o cosa evitare è una loro necessità, direi un diritto. Se si stabilisce che si debbano attuare le misure preventive per il C-19, oltre a dare l’esempio, si deve spiegare che questo sacrificio è necessario per evitare di ammalarsi pertanto temporaneamente queste regole devono essere osservate con la convinzione che siano utili e giuste.
- Come fargliele rispettare?
Per far rispettare le regole occorre riconoscere le emozioni dei figli evitando di sminuirle, sintonizzarsi con il loro stato d’animo, lodare un comportamento appropriato perché i bambini sono sensibili alle lodi dei genitori, soprattutto quando sono meritate e ben dosate. Bisogna essere fermi nel far rispettare una regola pur tenendo sempre presente che il proprio figlio è un bambino. Occorre limitare le eccezioni, comunicare con autorevolezza e coerenza, utilizzando anche il linguaggio non verbale. Non urlare mai nel tentativo di far rispettare una regola. I bambini non comprendono richieste vaghe e generiche, bisogna, pertanto, spiegare chiaramente e possibilmente in modo conciso cosa fare e come. Importante è dare una valenza positiva e un senso compiuto alle regole proposte che devono, infine, essere adeguate all’età. Occorre essere pratici, per esempio: insieme si indosserà la mascherina e si laveranno le mani, seguendo un tutorial si simulerà in casa il posizionamento dei banchi e delle sedie in modo tale che il bambino sappia poi osservare un adeguato distanziamento anche fuori dalla propria abitazione.
- Che impatto ha il distanziamento sulla sua psiche?
Il cosiddetto “distanziamento sociale” e le misure preventive sinora adottate si sono dimostrate efficaci nel contenere la minaccia di un numero crescente di casi COVID-19 e di decessi. I bambini hanno sofferto per salvaguardare la vita degli adulti. Il protratto isolamento dei bambini ha prodotto delle criticità e non solo dal punto di vista fisico (obesità), ma soprattutto psicologico (ansia, depressione, aggressività, insicurezza, perdita di autostima). Si ritiene che il 90% o più bambini e adolescenti abbia subito conseguenze psicologiche (ansia e depressione) come conseguenza della chiusura delle scuole e del distanziamento sociale. La maggior parte delle attività sociali, sportive e ricreative sono state annullate, i ragazzi non hanno più goduto di interazioni positive con i loro allenatori, i loro insegnanti e soprattutto con i loro nonni e gli amici abituali, tanti hanno dovuto condividere a casa spazi ristretti , cambiare le abitudini quotidiane per far fronte a numerose e nuove sfide. In molti casi i genitori hanno dovuto rinunciare al sostegno e all’aiuto dei nonni per evitare eventuali contagi. Per molte famiglie, la pressione economica ha aumentato ulteriormente lo stress diffuso. I dati riportano un aumento dei casi di violenza domestica e degli abusi sui minori durante la prima fase della pandemia. In breve, i bambini e gli adolescenti sono stati troppo a lungo chiusi in casa con le loro famiglie, hanno sperimentano un aumento dello stress e una riduzione delle risorse di supporto e di coping (strategie di adattamento). Molti bambini si sentono soli e necessitano di una maggiore attenzione e sostegno da parte dei genitori e degli educatori.
Di conseguenza, negli ambulatori pediatrici occorrerà occuparsi di un numero maggiore di bambini che soffrono di ansia e depressione e sarà necessario mantenere un’attenzione particolare nei confronti di coloro che erano già in difficoltà o malati prima della quarantena domestica. Aneddoticamente, nella pratica clinica, si riscontrano tre modelli emergenti. Un primo gruppo di bambini, sembra aver vissuto in modo molto positivo il lockdown: avverte la casa come un ambiente più tranquillo rispetto alla scuola, usufruisce di strutture e del sostegno dei genitori, ama l’apprendimento online non è esposto al bullismo né si sente socialmente escluso. Un secondo gruppo ha vissuto la stessa esperienza meno positivamente a causa delle insufficienti risorse disponibili per l’istruzione online o perché non in grado di interagire con gli altri per praticare abilità sociali / emotivo. Il terzo gruppo comprende bambini e giovani che si trovano in famiglie con crescenti interazioni negative e che sono privati del rifugio sicuro offerto dalle loro scuole.
A peggiorare le cose, i servizi e l’assistenza sono, si spera solo temporaneamente, meno disponibili. Per coloro che hanno bisogno di supporto psicologico, la portata dei servizi di salute mentale è stata ridotta. Le famiglie evitano le consultazioni per paura del COVID-19. L’attività dei servizi di protezione dell’infanzia e dei programmi attualmente esistenti di sostegno o supervisione da parte delle agenzie di assistenza ai giovani è stata ridotta o interrotta. La mancanza di accesso ai servizi di supporto può essere particolarmente dannosa per i bambini e / o le famiglie vulnerabili che hanno sperimentato un maggiore stress. Pertanto, la chiusura delle scuole ha aggravato le disuguaglianze.
I pediatri come possono affrontare tale situazione? In primo luogo, negli ambulatori si deve continuare a fornire servizi a bambini e adolescenti con disturbi psicologici, potenziando i servizi online. I genitori e pazienti dovrebbero essere informati e incoraggiati a frequentare senza paura studi medici e ospedali quando è necessaria l’assistenza medica. Le associazioni culturali e le organizzazioni sindacali dei pediatri stanno proponendo alla classe politica della regione Liguria di rafforzare i servizi sanitari periferici per evitare una concentrazione dei casi meno gravi nei reparti ospedalieri con personale ridotto e condizioni assistenziali difficili o inadeguate. I pazienti con nuova insorgenza di disturbi psichiatrici infantili, devono, dopo una prima valutazione medica, essere indirizzati a cure mirate. La comunicazione digitale con la famiglia del paziente dovrebbe essere utilizzata ove possibile, per supportare i genitori ad affrontare l’ansia e lo stress dei bambini
- Come eventualmente rimediare se l’impatto è stato negativo (es. organizzare feste con amichetti in sicurezza)?
Durante l’estate appena trascorsa si è verificata una corsa frenetica ai contatti sociali, un “liberi tutti” in alcuni casi irresponsabile, da parte di molti adolescenti e giovani adulti probabilmente da interpretare come conseguenza di uno stress prolungato e non elaborato. Si assistito pertanto e ancora oggi si assiste, ad aumento preoccupante dei casi di C-19. Il giusto tentativo di ricostruire il tessuto sociale, e attivare quella resilienza che tutti diciamo essere necessaria per tornare alla normalità, ha esposto le categorie più deboli, come i bambini soprattutto quelli con personalità fragile. Questi soggetti devono essere seguiti con impegno, per fare ciò occorrono strutture e supporti diversi da quelli precedenti l’epidemia e un aumento dei servizi psico-pedagogici per le scuole e per le famiglie, in locale e a distanza.
Sebbene le attuali conoscenze sugli effetti psicologici del prolungato distanziamento sociale si basino su studi con comparabilità limitata o su risultati appena emergenti, la proposta del C.I.Pe Liguria (Confederazione italiana pediatri) e dell’ A.C.P. (Associazione culturale pediatri) di cui sono membro, è la seguente: non si deve praticare “allontanamento sociale”, ma devono essere prese misure che consentano un “distanziamento fisico” mantenendo una “connessione sociale”. Si può permettere ai propri figli di festeggiare i compleanni (con numero limitato di invitati), studiare con i compagni e passare con loro il tempo libero occorre però che essi osservino i noti criteri di igiene delle mani, del distanziamento fisico di circa 1,8 metri, dell’uso della mascherina per evitare l’esposizione al contagio. Si chiarirà ai ragazzi che questi provvedimenti sono temporanei e che presto cesseranno. Concludo con il consiglio di mantenere il giusto e indispensabile rapporto dei bambini con i nonni, naturalmente con le dovute precauzioni.