Molte malattie si contraddistinguono per il modo in cui la febbre varia nel corso della giornata e della settimana. Di solito la temperatura va misurata due volte al giorno, al mattino presto e nel tardo pomeriggio. Non si deve misurare la temperatura dopo i pasti o dopo che si è ingerita una bevanda calda.Può essere misurata in tre modi diversi, tutti attendibili:
• Orale. Il termometro va messo sotto la lingua o tra le gengive e la guancia: sono necessari 2-3 minuti. Non vanno ingeriti alimenti caldi o freddi prima della misurazione
• Cutanea. Per rilevare la temperatura sotto le ascelle o anche nelle pieghe dell’inguine, il termometro va tenuto per 4 minuti, avendo cura di asciugare la parte nel caso fosse sudata. Prima di misurarla non vanno applicati impacchi freddi o la borsa del ghiaccio.
• Nel retto. Se si decide di misurare la febbre nel retto si deve acquistare il termometro apposito, dotato di un bulbo più lungo e sottile di quello usato per le altre misurazioni. Il termometro va introdotto per circa 3-4 cm e tenuto per 1 minuto. Questo metodo di misurazione della temperatura non è indicato in caso di emorroidi o di altre infiammazioni della zona. Va tenuto in considerazione che la temperatura del retto è di circa 0,5°C più alta rispetto a quella orale e a quella ascellare.
Nel era post pandemia si va sempre più diffondendo l’uso del Termoscanner per il controllo della temperatura corporea. questi strumenti sono certamente utili se bene tarati ed hanno il vantaggio che non avviene il contatto dello strumento con la persona
Quali farmaci?
Le sostanze impiegate per abbassare la temperatura sono i farmaci antifebbrili, ossia gli antipiretici come il Paracetamolo. L’uso del Paracetamolo (Tachipirina), che non è un FANS, è consigliato quando la temperatura supera i 38,5°C ed il paziente è sintomatico , o anche al di sotto di questa temperatura se si ha un forte mal di testa o dolori muscolari.
La terapia antipiretica va sempre fatta quando si soffre di un’insufficienza cardiaca o polmonare: la febbre, infatti, potrebbe far aumentare il bisogno di ossigeno.
Io personalmente sconsiglio l’uso degli Antinfiammatori Non Steroidei (FANS) e delle associazioni di Fans e Paracetamolo come farmaci di prima scelta per evitare le possibili complicanze che purtroppo procurano. Per quanto riguarda gli antibiotici sarà solo il medico a prescriverli qualora lo ritenesse opportuno.
I farmaci antifebbrili curano il sintomo, non la causa: se dopo un paio di giorni la febbre non accenna a diminuire, è bene rivolgersi al medico, perché potrebbe essere dovuta non a una banale infezione virale di stagione (raffreddore o influenza) ma a una infezione batterica (per esempio la broncopolmonite) oppure a un’infezione virale.
Due parole per rimedi fatti in casa
Per abbassare una temperatura molto alta si può ricorrere alle spugnature con acqua ad una temperatura di circa 27-34°C: la loro funzione è quella di assicurare una rapida dispersione di calore, favorendo la riduzione della temperatura. L’uso dell’acqua fredda (e del ghiaccio) è controindicato in quanto provoca una vasocostrizione periferica e l’insorgenza di brividi, con conseguente aumento della temperatura. Va anche aumentato l’apporto di liquidi: una ridotta idratazione può causare l’aumento della temperatura di 1°C e a volte anche di più. Inoltre bere molto è essenziale sia per compensare l’aumentata perdita di acqua attraverso l’evaporazione che si ha durante l’episodio febbrile, sia per mantenere il flusso del sangue ottimale che consenta la dissipazione del calore. Infine è consigliato rimanere a riposo, evitare di coprirsi eccessivamente, non fare attività fisica e adoperare indumenti leggeri che favoriscano la dispersione del calore.
Quando rivolgersi al medico
Di solito, la febbre non richiede l’intervento del medico, ma ci sono alcuni casi in cui si può rendere necessaria una visita. È importante allora che il paziente sappia descrivere nel dettaglio l’andamento della febbre e gli altri sintomi che l’accompagnano, in modo che il medico possa individuarne la causa e prendere così i provvedimenti necessari (la terapia da seguire). L’intervento del medico è richiesto quando:
• la febbre supera i 40°C: è un fatto raro, spesso sintomo di una sepsi o di un colpo di calore
• la febbre è accompagnata da vomito o da affanno insorto all’improvviso
• la febbre si manifesta dopo una giornata trascorsa al sole o in luogo molto caldo
• la temperatura non si abbassa dopo 48 ore o la febbre, anche se modesta, continua per diversi giorni
• sono presenti disturbi urinari, dolori addominali o al torace
• la febbre supera certi limiti (superiore ai 39°C) in chi soffre di disturbi cardiaci, poiché i battiti i del cuore vengono accelerati
• la febbre colpisce i bambini di età sotto i 6 mesi
Riferimenti :
Revisione dell’intervista al Dottor Leandro Mallamaci da parte di Daniela Stigliano pubblicata su ViverSani e Belli del 15 settembre 1995.
La gestione di febbre e dolore in età pediatrica Una guida pratica per l’ambulatorio del pediatra. Barberi S, Bona G, Capecchi E, Chiappini E, De Angelis GL, De Martino M, Di Mauro G, Lavarazzo L, Marchisio P, Marseglia GL, Miraglia del Giudice M, Poddighe D
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